La prof italiana senza cellulare che spiega Pasolini e il Rinascimento ai futuri visionari della Silicon Valley
Non ci sono solo la spinta all’innovazione e la vita dietro a uno schermo. Dalla Silicon Valley, “il ventre della bestia”, cuore pulsante dell’innovazione globale, arriva anche un messaggio diverso. Segnali di un rapporto più critico e distanziato con quelle tecnologie che crea. Racconta questo la quinta e ultima puntata della web serie “Ciao, Silicon Valley”, una puntata diversa dalle precedenti: una storia che suggerisce spunti per un rapporto nuovo con le tecnologie, dalle quali non possiamo prescindere, ma che possiamo domare perchè ci cambino, sì, ma in meglio. Come all’Università di Stanford, che della Silicon Valley è la grande fucina di talenti, ma dove in diversi dipartimenti non si entra più con tablet e computer, si è invitati a prendere appunti a mano, perché facilita l’apprendimento. Una storia: quella di Marta Baldocchi, che a Stanford insegna Italiano, interprete critica e ironica della vita in Silicon Valley di cui è una rara (probabilmente l’unica) abitante senza il cellulare e i social network.
Di Giulia Destefanis