Bari, protesta in carcere dopo le limitazioni per coronavirus: lenzuola in fiamme
Dopo i disordini della sera dell'8 marzo, una nuova protesta è scoppiata nel carcere di Bari, dove i detenuti hanno chiesto a gran voce "libertà" e "amnistia" per l'emergenza coronavirus e le limitazioni imposte alle visite. All'esterno del penitenziario ci sono anche due gruppi che protestano, sono i parenti dei detenuti. Sul posto sono intervenuti la polizia di Stato e la polizia municipale. I vigili urbani hanno bloccato il traffico, chiudendo viale Papa Giovanni XXIII tra corso Alcide De Gasperi e via Giulio Petroni. Dalle celle urla e rumore di oggetti di metallo. "Liberi, liberi", hanno urlato i detenuti. All'esterno di una delle finestre del carcere una stoffa data alle fiamme dai detenuti. "Mettetevi le mascherine sulla coscienza". È una delle scritte sugli striscioni dei familiari e dei manifestanti in protesta all'esterno del carcere di Bari. Al rullo di tamburo suonato fuori dalle mura, i detenuti hanno risposto a tempo battendo oggetti sulle grate, alle quali alcuni hanno tentato di arrampicarsi. In alcune celle hanno appiccato il fuoco a coperte e indumenti. In una sezione alcune decine di detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle celle. In strada le donne, mogli e figlie dei detenuti, con mascherine sul volto e megafoni, con su scritto: "Il detenuto è uno di noi. Non lo lasceremo solo" e "Domiciliari, indulto e amnistia per tutti i reclusi. Tutti liberi"